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Raccontare un corso Fondamentali è un compito difficile. Il corso è impegnativo, la concentrazione alta e focalizzata, a discapito di tutto quello che succede intorno. Non dico che ti dimentichi anche di mangiare, ma quasi. Provo allora a descrivere COSA è successo dal di fuori, con gli occhi di chi ha solo assistito. Così potremo lasciare più spazio alle tre “vittime” per raccontare, invece, COME loro l’hanno vissuto…

Giovedì

Andrea Marassich è arrivato, con il suo famoso ScubaWagon… In pratica immaginate un diving ben fornito, pensatelo dopo una tromba d’aria o cataclisma similare, mettete poi dentro un van tutti i pezzi che sono sopravvissuti in rigoroso ordine sparso, magari aggiungendo qua e là qualche capo d’abbigliamento: ecco più o meno avete una idea di cosa intendo  (Andrea, non ti arrabbiare sto solo scherzando… o quasi) Se il suo mezzo è “creativo”, Andrea è invece precisissimo e molto ben organizzato: pochi convenevoli e si parte. Dei tanti argomenti della giornata, l’attrezzatura fa la parte del leone: ogni componente viene esaminato nel dettaglio, le motivazioni che portano a preferire una soluzione rispetto ad un'altra vengono spiegate con esempi e rimanendo molto concreti. La frase un po’ pomposa che descrive la configurazione DIR come “sistema olistico” acquista un significato chiaro: ogni pezzo della configurazione s’incastra insieme con gli altri secondo uno schema semplice, efficace e soprattutto supportato dall’esperienza di tante immersioni fatte in ogni ambiente bagnato della terra. Le attrezzature sono allora regolate, adattate e, dove serve, cambiate per rispondere a questo schema. E’ il momento delle prove a secco, esercizi che agli occhi dei vicini devono essere sembrati un po’ da matti, ma che servono a prepararsi per le prove vere e proprie nella giornata successiva, al lago. Eh sì, dato che il primo giorno l’unica acqua che si è vede è quella della piscina per la prova di nuoto! Arrivati in piscina, subito venti vasche di riscaldamento e altrettante di prova di nuoto. Andrea sembra non essere mai stanco, ma per fortuna l’eccesso di gente in vasca lo porta a decidere di terminare la prova. Una pizza e tutti a nanna, domani sarà davvero una maratona acquatica!!

Venerdì

Sveglia presto e alle 8:00 ci si ritrova al diving. Partenza per le prime prove in acqua: pinneggiate ed esercizi di base. L’acqua è (relativamente) calda e la visibilità non disastrosa tenendo presente la stagione e le piogge recenti. Due immersioni di 90 minuti l’una senza nemmeno uno spuntino per recuperare energie, fa caldo per davvero e la spiaggia di Ranco sembra davvero un formicaio: Annibale si muove velocissimo per rabboccare i bibo, Fabietto esce e entra dall’acqua e noi supportiamo i corsisti aiutandoli a svestirsi e rivestirsi. In acqua le prove vanno abbastanza bene, soprattutto si lavora in squadra, Andrea è precisissimo su tutto, e riesce anche a togliere la maschera agli spettatori in disparte, mentre Davide riprende tutto con la cinepresa! Finalmente si finisce e si torna a casa. Pranzo/cena velocissimo (grazie Patrizia!) e via, di nuovo teoria: Decompressione, Narcosi, MDD, gestione del gas. Niente di nuovo (tutti in questo corso hanno parecchie immersioni sotto le pinne…) però le spiegazioni sono chiare, focalizzate sui concetti più importanti e sui comportamenti operativi. E comunque ci sono molti punti innovativi che stupiscono, stimolano il ragionamento e mettono in discussione anche le abitudini più comuni. La cosa interessante, penso dentro di me mentre ascolto Andrea illustrare uno di questi punti spesso controversi nelle chiacchiere su Internet, è quanto poco di verbalmente aggressivo o intransigente ci sia nel suo modo di porsi. Durante il mio Fundamentals mi ero aspettato, avendo letto critiche più o meno caustiche su sette, lobotomie e altre simili piacevolezze, un atteggiamento molto più “noi contro di loro” e mi aveva sorpreso che la risposta vera invece fosse una precisa spiegazione e l’invito a provare. Ora forse capisco meglio: andando in acqua “a la DIR” ci si accorge che il sistema… beh… funziona! E quindi non serve scaldarsi per spiegare le cause, le ragioni, ecc: basta semplicemente provare, con la mente aperta e sgombra di pregiudizi… La teoria scorre veloce mescolando spiegazione e interazione. Dubbi, domande, perplessità? Con questa frase Andrea ci coinvolge tutti e con pazienza riprende i punti non chiari, riuscendo a mantenere alta l’attenzione, compito non facile dopo un’intera giornata trascorsa a pane e subacquea. Alla fine tutti a casa, domani di nuovo in acqua.

Sabato

Anche questa giornata prevede due lunghe immersioni di esercizi, rientro al diving, teoria e per concludere visone e commento dei video. Un bel programmino intenso ... Ci ritroviamo direttamente al punto d’immersione (Ranco – Lago Maggiore), mentre Annibale scarica dal furgone la quantità industriale di bombole e materiale vario necessario. Al gruppo si unisce anche Daniele che oggi farà squadra con gli altri per la sua rivalutazione. Interessante, questo sistema dei provisionals … Brief veloce, poi in acqua e via lungo il campo che abbiamo preparato. Pochi metri d’acqua, ma più che sufficienti a far dannare l’anima … Gli esercizi in sé non sono poi così complicati, ma l’insieme di tutte le cose li rende difficili. Assetto e postura, le prime cose. Stare fermi, senza spostarsi in verticale, ovviamente, ma anche in orizzontale. Poi la sequenza stessa degli esercizi. E i compagni: dove sono? Come fai ad aiutarli o a farti aiutare? Visto da fuori sembra quasi un balletto, una serie di movimenti sincronizzati, precisi e – quando le cose filano – molto scorrevole. Visto da dentro, il mio ricordo è di qualcosa prossimo all’incubo … perché la tensione del corso si fa sentire e la voglia di riuscire a farcela è davvero tanta. In acqua ci si alterna a fare gli esercizi sia singoli che di squadra, con Mara che volteggia sopra il gruppo, pronto a far vedere cosa fare, a segnalare un errore, a dare una spiegazione. E soprattutto un sacco di note, gli appunti su cui poi basa i debriefing. Dopo 100 minuti, tutti fuori, un po’ di focaccia e si parla di palloni. Quindi di nuovo in acqua e da capo gli esercizi. Un'altra novantina di minuti di cose buone, altre meno buone e alcune (poche per la verità) abbastanza orribili … Per come la vedo io, confrontando con il mio livello al Fundamentals, i ragazzi stanno andando bene. Però la ricerca dell’esercizio “perfetto” è faticosa e lascia le sue tracce. Infatti, fuori dall’acqua i commenti sono misti: questo è andato ma questo non riesco proprio a farlo, e così via. Andrea torna subito in acqua per rivedere Daniele insieme con Alessandro durante una risalita in condivisione. Va tutto bene, e un nuovo “collega” si aggiunge ai brevettati GUE! Complimenti!!! Intanto noi smontiamo il campo e carichiamo di nuovo le attrezzature sulle macchine per tornare al diving: teoria e debriefing video ci attendono. Tutto questo strano movimento non è passato inosservato e qualche passante ci guarda incuriosito. Un signore – subacqueo occasionale - in giro con il cane si avvicina e mi fa la fatidica domanda: ma cosa ci trovate da vedere nel lago? Non mi stupisce: più o meno me lo chiedono una volta al mese! Rispondo con scioltezza ma lui scuote la testa quando gli spiego che andiamo a fare esercizi. Mi guarda perplesso: fare esercizi per andare in acqua? Al lago? Mi saluta con gentilezza, ma si capisce che mi ritiene un po’ “tocco” … e forse non ha poi tutti i torti. Arrivati al diving e dopo il solito veloce pranzo/cena scatta l’ora del Nitrox. Vantaggi e precauzioni, calcoli e procedure. Un po’ di matematica, un po’ di teoria ma soprattutto molte considerazioni pratiche e operative, come da approccio. E finalmente si arriva alla parte di analisi dei filmati. Devo dire che durante il mio Fund i debrief video erano la parte che ho più odiato, perché impietosamente coglieva ogni attimo dei miei errori. Però nello stesso tempo è talmente una cosa utile ed efficace che mi tutt’ora piacerebbe essere ripreso in ogni immersione (narcisismo? No, o meglio non solo … Davvero le riprese video mi hanno aiutato molto.) E anche in questo caso e nonostante la poca visibilità, i video sono serviti a evidenziare vari problemi, di trim/postura, di sequenza delle operazioni, di posizione dei compagni nel team, insomma su tutto. Molto interessante! Finiti i filmini delle vacanze tutti a nanna, domani sarà l’ultimo giorno, ma non certo il meno impegnativo.

Domenica

Oggi si devono fare risalite e serve un po’ più di profondità. Ci spostiamo allora a Punta Granelli, Castelveccana un punto d’immersione prossimo a Laveno ben noto a tutti i laghisti di zona. E’ un posto battuto e anticipiamo un po’ per non avere problemi al parcheggio, un po’ perché il programma della giornata è molto denso. La quota degli esercizi non è niente di … vertiginoso ma sufficiente a richiedere un po’ di sforzo logistico in più per mettere a disposizione il gas necessario. Annibale è attrezzato con bibo di ricambio e 15+15 per i refill per tutti, corsisti e non. Il furgone è strapieno e sparpagliamo alcuni bibo anche sulle altre macchine, ma alla fine tutto quello che serve è pronto. Mentre Andrea fa il brief pre immersione e affronta la parte legata al rescue, io Alessandro e Silvia andiamo a posizionare il campo, a forma di L. La visibilità a 15 metri è migliore che a 4, ma c’è un netto termoclino intorno ai 7-10 metri che ci fa ricordare di essere al lago. Mentre andiamo a riva penso “oops, abbiamo sbagliato punto di uscita: siamo arrivati .. in India”! Un gruppo di persone dai tratti somatici cingalesi si è infatti attestato sulla spiaggia, dove trascorrerà la giornata facendo un classico picnic. Fanno il bagno, giocano e si divertono, e ci guardano con gli occhi sgranati: per un “profano” deve essere davvero curioso vedere tutto quel viavai di persone stranamente bardate entrare e uscire dall’acqua … Gli altri entrano e noi gli andiamo dietro. La visibilità non è un granché ma gli esercizi filano via abbastanza spediti, con alti e bassi. La videocamera ci abbandona e continuiamo facendo fotografie. Poi però ci allontaniamo, gli esercizi in risalita sono complicati con poca visibilità e noi “spettatori” potremmo essere di impaccio. Diverse risalite dopo è tempo di un breve debrief, ricaricare e mangiare. Poi di nuovo in acqua. Esercizi, esercizi e ancora esercizi. La risalita in condivisione è forse quello più complicato, perché mette insieme tutto e richiede un buon coordinamento di squadra, la cosa a cui Andrea tiene di più. Alla fine, come sempre c’è soddisfazione e arrabbiatura nei commenti dei ragazzi mentre escono: si, è andata bene ma si poteva far questo di più o meglio … Inizia a piovere e velocemente rientriamo al diving. C’e’ ancora da parlare di consapevolezza situazionale, un tema interessante, spesso sottovalutato. Poi esamino di teoria e relativa discussione, debrief video (o meglio sulle foto, in assenza di altro) commenti generali sul corso. E’ il momento dei saluti, della foto di rito e di un brindisi alla salute di tutti. E’ stata una lunga giornata: sono ormai quasi le 22 quando Andrea riparte per il viaggio di ritorno. Questi i fatti (e qualche divagazione personale).

La parola ora ai protagonisti (in rigoroso ordine alfabetico):
Andrea:

Sicuramente tempo ben speso, sia durante il corso sia nei mesi precedenti nel tentativo di prepararsi all'evento. Le nozioni e le idee che, durante il corso, l'istruttore trasmette con efficacia e competenza sono tanti e spesso anche impegnativi. Sicuramente un punto di partenza da cui intraprendere un percorso sicuramente impegnativo ma altrettanto pieno di soddisfazioni. Nel frattempo, poiché ho raggiunto solo un misero "provisional", prossima tappa a Ottobre per gli esami di riparazione. Un grazie particolare ad Annibale, Davide e tutti i ragazzi del club per l'organizzazione e il supporto.

Daniele:

Per quanto è della giornata passata con voi non posso che sottolineare l'ottima impressione avuta sin da subito. Sia i tre corsisti che le altre persone presenti (già passate sotto le forche caudine di Andrea) mi sono sembrate molto disponibili, conviviali e molto motivate. Durante le due immersioni svolte con il vostro gruppo ho visto grande impegno, applicazione e buon umore. Tutti cercavano di dare il massimo per riuscire a svolgere gli esercizi e le prove. Sono inoltre rimasto molto ben impressionato da Alessandro che gentilmente ha atteso che finissimo la seconda immersione per svolgere con me la risalita in libera, in condivisione e con lancio del pallone. Degno di nota anche l'impegno di Annibale per aiutare tutti, dalle ricariche "al volo", ai panini a alla logistica in generale. Un'ottima impressione quindi, che certamente rispecchia l'ottimo ambiente del vostro gruppo, l'elevata professionalità e il buon umore di tutti. Ancora una volta vi ringrazio per il sostegno e mi auguro di rivedervi presto. Ciao Daniele

Giamba:

Il mio piccolo pensiero di 4 giorni di corso fundamental: Estrema severità sui "dettagli", sulla sicurezza, attrezzatura, postura di assetto, lavoro di squadra (team), pianificazione delle immersioni. Ad ogni perchè c'è una risposta nulla deve essere lasciato al caso. Tutti piccoli tasselli che messi "bene insieme", fanno il mosaico per il sistema DIR.

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L'essere umano e il nuovo ambiente

Ci sono cose talmente evidenti che sfuggono all'attenzione e rischiano di passare quasi inosservate senza suscitare il giusto interesse ed approfondimento. L'acqua deve essere un supporto su cui appoggiarsi, un sostegno per il corpo.

L'ambiente

L'ambiente, insolitamente denso, impone movimenti lenti ed idrodinamici.

La resistenza

Bisogna imparare a sfruttare sapientemente la resistenza che ci è offerta.

La chiave

La bravura di un subacqueo si misura soprattutto in funzione della sua capacità di muoversi con armonia.

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