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 Lago d'Orta - 22-25 maggio - Punta di Crabbia

Ormai è diventata una consuetudine. Per il terzo anno al Diving Dir-Varese di Samarate si è svolto il corso Fundamental della GUE. Questa volta il nostro team era formato da due Alessandri, un Pier e una Monica a cui si sono aggiunti Davide e il terzo (!) Alessandro, che già avevano frequentato il corso lo scorso anno. Ci conoscevamo già in precedenza, grazie alle immersioni organizzate dal diving, ma la nostra curiosità verso il sistema DIR è aumentata nel vedere Davide e Alessandro che si addestravano. Annibale, che gestisce il SUB PROFESSIONAL CLUB ci ha invogliato ad acquistare l’attrezzatura minima necessaria, così, chi più chi meno, abbiamo cercato di imparare ad usarla, diventando matti a cercare il cordino della valvola di scarico del gav, piuttosto che trovare un assetto decente con mute nuove… Proprio in una di queste immersioni di prova abbiamo scoperto un posticino davvero carino nel quale poter organizzare il corso Fundamental. Detto fatto! Il 22 di giugno ci siamo trovati a Pettenasco, in località Punta di Crabbia (Lago d’Orta) dove abbiamo trovato Andrea Marassich che ci aspettava, pronto a coinvolgerci in un’avventura che ha sicuramente cambiato il nostro modo di vedere la subacquea. Annibale è stato impeccabile nell’organizzare tutto. Ha trovato un camping che ha messo a disposizione una sala solo per noi dove abbiamo sviluppato le lezioni di teoria e una spiaggetta privata da cui avevamo accesso diretto al campo di addestramento subacqueo con tanto di piattaforme a varie profondità. Inoltre ci ha viziato facendoci trovare sempre pronti sul posto i bibo caricati a dovere e fornendoci di tutta l’attrezzatura mancante. La prima giornata è volata tra lezioni di teoria e prove di nuoto. La seconda, invece, è stata massacrante. Due immersioni da 75 minuti l’una con un panino veloce tra la prima e la seconda oltre a prove a secco per imparare i valve-drill e i safety-drill. Poi di nuovo teoria fino a mezzanotte, il tutto condito da spicchi di pizza tra una domanda e l’altra. Il mattino seguente di nuovo in pista alle 8,30 e subito a rivedere il modo corretto di programmare un’immersione con i controlli e il SAPDDDD (F…sic per chi sa), l’uso dei palloni di segnalazione, quindi altre due immersioni e di nuovo teoria senza risparmiarci le “poco tollerate” riprese video di Annibale… L’ultimo giorno abbiamo unito come mattoncini tutte le procedure imparate nei giorni precedenti per applicarle al lavoro di squadra. Ne sono uscite delle immersioni traumatiche ma sicuramente costruttive. Non vogliamo volutamente dilungarci nella descrizione delle giornate, semplicemente perché, ritornando a mente fresca sui bei ricordi rimasti, ci è sembrata una lunga giornata senza soluzione di continuità. Tutto quello che abbiamo imparato e perfezionato da un’immersione all’altra si è fissato indelebilmente nella nostra mente e nei nostri muscoli. Questo susseguirsi di esercizi in acqua e commenti all’asciutto ha permesso ad ognuno di noi di prendere coscienza dei propri errori e di memorizzare in conseguenza le correzioni. Ci era di enorme aiuto, sia pratico che psicologico, il notare i nostri progressivi miglioramenti nei video che a sera ci scuotevano dalla stanchezza accumulata. Incredibilmente positivo è risultato anche il poterci mettere a confronto tra le due squadre che si erano formate notando oltre ai nostri errori anche quelli degli altri, con l’effetto di correggerci e spronarci a vicenda continuamente. La perla del corso si è rivelata “Duro l’addestramento, facile il combattimento”. E allora forza, sempre più impegnati a seguire i consigli di Andrea che si è rivelato essere un iron-man mascherato da istruttore, mai stanco e con un’inesauribile energia che è servita a tenerci svegli e concentrati anche dopo aver fatto il doppio delle nostre immersioni! Eravamo incantati dalla sua capacità di avere sempre una risposta per tutte le nostre domande e ben presto (complice la stanchezza) non abbiamo più avuto dubbi, il suo modo di esporci la filosofia DIR ci stava convincendo in toto. Alla conclusione del corso ci sono stati i nostri feed-back con le considerazioni, le critiche e i consigli di Andrea. Abbiamo la fortuna di essere già un team, e questo non può far altro che spronarci ad andare avanti migliorandoci a vicenda. Con estremo sollievo il responso è stato positivo per la maggior parte di noi, e l’appuntamento per le prossime immersioni è stato subito fissato con l’intento di aggiustare i nostri punti deboli con un “duro addestramento”… il “facile combattimento” sarà il dimostrare ad Andrea che ogni nostro difetto è stato perlomeno limato. A presto!

L'essere umano e il nuovo ambiente

Ci sono cose talmente evidenti che sfuggono all'attenzione e rischiano di passare quasi inosservate senza suscitare il giusto interesse ed approfondimento. L'acqua deve essere un supporto su cui appoggiarsi, un sostegno per il corpo.

L'ambiente

L'ambiente, insolitamente denso, impone movimenti lenti ed idrodinamici.

La resistenza

Bisogna imparare a sfruttare sapientemente la resistenza che ci è offerta.

La chiave

La bravura di un subacqueo si misura soprattutto in funzione della sua capacità di muoversi con armonia.

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